Esiste un posto in Giappone con un grande giardino: il giardino di Bell Gardia.
Qui si trova una cabina telefonica con un telefono senza fili e da questo telefono si può comunicare con le persone scomparse e i defunti.
Molta gente si reca in pellegrinaggio in questo luogo con la speranza di poter comunicare con i propri cari.
Yui, la protagonista ha perso la madre e la figlia durante lo tsunami che nel 2011 ha spazzato via la sua città, inizia a recarsi periodicamente a Bell Gardia senza mai avere il coraggio di entrare in quella cabina telefonica.
Qui incontra Takeshi, un medico di Tokyo padre di una bimba di quattro anni che è diventata muta dal giorno in cui è morta la madre.
Lui si reca in questo posto per parlare con la moglie defunta.
Takeshi e Yui scoprono così di avere molte affinità che li accomunano, insieme condividendo i rispettivi dolori imparano a superarli percorrendo la stessa strada.
Quel che affidiamo al vento è un romanzo che tratta i temi del dolore e della rinascita e li affronta con grande sensibilità e speranza.